domenica 6 febbraio 2011

''L' eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare"

Quando si pensa all’eleganza classica, la prima immagine che viene in mente sono le dive anni Quaranta, o i ricevimenti dell’alta società. Come si concilia questa idea di eleganza con la vita di oggi? Cos’è l’eleganza, e come si diventa eleganti? 

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Il termine eleganza deriva dal verbo latino eligere, che significa scegliere. 
L’eleganza è perciò qualcosa che si può coltivare. È frutto delle scelte che si fanno e del modo in cui ci si presenta. Saper scegliere è una delle cose che rendono l’eleganza necessaria nel mondo in cui viviamo. Abbiamo infinite scelte da fare in ogni campo, dalla marca dei jeans ai programmi televisivi.


Eppure, nonostante la straordinaria varietà di opzioni, tendiamo all’uniformità, cerchiamo di omologarci per sentirci parte della società, ci impegniamo per vivere e somigliare a tutti gli altri. 

Essere eleganti significa fare scelte ispirate al nostro gusto e sviluppare il nostro stile, unico e personale. Essere eleganti, al giorno d’oggi, significa soprattutto essere autentici.

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L’eleganza si raggiunge con l’esperienza. Gli adolescenti si lasciano sedurre dalle mode e dalle tendenze del momento, ma raramente sono eleganti. Essere eleganti implica un certo grado di raffinatezza, e quella sicurezza di sé che consente di fare delle scelte.



L’eleganza è dunque una questione di scelte, ma è anche la capacità di farle di un certo tipo. Indossare un top molto aderente, scollato e con l’ombelico scoperto, a un ricevimento formale che prevede l’abito da sera non è una scelta molto felice, anche se innegabilmente resta a tutti gli effetti una scelta. 



Ma come si fa a sapere cosa e quando scegliere? Da dove si comincia?



L’eleganza non è appariscente. Non è un accumulo di orpelli e di esibizionismi. È stile, consapevolezza, misura. Un’equilibrata mescolanza di istintivo buon gusto e di scelte precise, di cura della sostanza e minuziosa attenzione a ogni dettaglio.

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L’eleganza è cortesia. È rispetto per gli altri, attenzione al modo in cui ciò che diciamo, facciamo o mostriamo può essere percepito. Non un formale galateo, non un cerimoniale ipocrita, non un banale e passivo adeguarsi al convenzionale, ma un più profondo sentimento di civiltà.

L’eleganza non è mielosa e sdolcinata. Si può essere civili con sincera cortesia – o, quando è necessario, con misurata durezza. L’eleganza non è falsa e bugiarda. Non è una crosta di apparenze che nasconde l’ambiguità e l’inganno.
L’eleganza è sobria – e la sobrietà è elegante. L’una e l’altra sono piacevoli, gradevoli, confortanti. Non solo più umane e funzionali, ma anche più belle. Possono essere, quando è il caso, seducenti – anche maliziose. C’è più fascino nella semplicità che in ogni sfacciata esibizione.

L’ironia è elegante, l’umorismo è gradevole, ma molta della comicità che ci circonda è grossolana, stupida, petulante e volgare (per non parlare dell’involontaria ridicolaggine di chi si prende troppo sul serio).

La sobrietà non è sacrificio, rinuncia, pauperismo. È la capacità di scegliere ciò che serve (anche da un punto di vista estetico) e ciò che invece non solo è inutile, ma spesso è ingombrante e fastidioso.

L’eleganza è saper sorridere, anche ridere, quando ce n’è un motivo – ma non perdersi in salamelecchi noiosi, ambigui e irritanti.

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Una cosa scritta bene è elegante. Non solo quando è un’opera letteraria. Anche un biglietto del tram o un segnale stradale possono essere eleganti quando sono ben fatti, funzionali ed esteticamente gradevoli. Ogni piccolo dettaglio ben curato per la sua utilità e presentato in modo elegante può contribuire a rendere più gradevole l’ambiente in cui viviamo.

C’è chi pensa che l’eleganza sia un dono, un talento innato. In parte può essere vero. Ci sono persone che sanno muoversi, esprimersi, comunicare meglio di altre. Ma nessuno è condannato a essere volgare, ingombrante e fastidioso. E nessuno si può fidare solo dell’istinto. L’eleganza, la semplicità, la sobrietà sono arti che possiamo apprendere e coltivare. E vale la pena di farlo. Non solo per renderci più gradevoli agli altri, ma anche per sentirci meglio con noi stessi.

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Stiamo vivendo in un’epoca che offre troppo spazio alla volgarità, all’esagerazione, all’ineleganza, al culto sviscerato e stupido delle apparenze. Il mito esagerato dell’abbondanza non è solo il rischio di soffrire quando se ne incontrano gli inevitabili limiti (chi potrebbe vivere bene con cinque vestiti soffre se ne ha venti, ma ne vorrebbe cinquanta – e lo stesso concetto si può applicare a qualsiasi altra cosa, materiale o immateriale). 

In poche parole l'eleganza è semplicità,non servono delle regole da rispettare ma solo semplicità,educazione e buon gusto.
Ricorda,l'eleganza non è solo saper portare in un giusto modo un vestito ma essere perfetti anche mentre si legge un semplice libro.

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Con affetto;
Eleonora.

5 commenti:

  1. Bel post e belle foto!!!!Concordo con te che l'eleganza è semplicità,educazione e buon gusto!Kiss

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  2. Bellissimo post!E' vero,l'eleganza si nota e si ricorda :) Complimenti :)
    www.myfashionshake.blogspot.com

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  3. Adoro il tuo blog, e questo post mi piace molto ... Complimenti :)

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